Franco Fortini è stato una delle più importanti voci del Novecento.
Poeta, saggista, critico letterario, traduttore e insegnante, ha avuto una grande influenza sulle generazioni e i movimenti del ’68, specialmente tra i giovani. Una voce indipendente, uno spirito fortemente critico, animato da un rigore etico e morale con pochi precedenti, sempre proteso alla ricerca delle “verità”.
Oggi il suo nome è pressoché dimenticato, così come appaiono tramontati molti degli ideali per cui egli lottò e visse. Il documentario ripercorre la formazione poetica, politica e umana di Fortini, recuperando tra le “macerie del passato” ciò che ancora può essere prezioso per il nostro presente e utile per il nostro futuro. Non si tratta solo di un progetto personale, è il risultato di una serie di esperienze e incontri, il frutto di tante voci che si uniscono per dare vita ad un’immagine collettiva di Franco Fortini.
Questo film è nato come progetto in collaborazione con il Centro Studi Franco Fortini di Siena ed è stato portato a termine grazie al sostegno di 225 produttrici e produttori dal basso, attraverso una campagna di crowdfunding.
Note di regia
Durante gli anni dell’università Franco Fortini è stato per me soltanto questo volto sconosciuto, che mi fissava all’uscita dalla biblioteca della facoltà di Lettere di Siena.
Non mi sono mai soffermato a guardarlo meglio, passavo sempre di fretta o sovrappensiero. Soltanto diversi anni dopo, ormai fuori dall’università, ho capito che quel volto…mi “riguardava”. Era il 2014, quando ho scoperto che proprio dietro a quel Fortini immobile e interrogativo, dall’altra parte della parete, c’era la sede del Centro Studi e dell’archivio a lui intitolato, dove ancora oggi viene conservata la sua grandissima eredità.
Quello stesso anno, con alcuni compagni di viaggio, abbiamo realizzato una serie di iniziative intitolate “Memorie per dopo domani”, dal titolo di un breve scritto di Fortini, pubblicato nel 1984. È stato proprio grazie al fare, ad una pratica comune, che questo viaggio ha acquistato un senso, una direzione. Siamo partiti da una semplicissima domanda: Fortini chi?
Domanda che accomuna chi non ne ha mai sentito parlare a chi invece lo studia da anni ed è costretto, continuamente, a porsela di nuovo.
Col tempo ho avvertito la necessità di incontrare altri che, come me, erano entrati in contatto con questo autore, di persona o indirettamente, attraverso i suoi scritti. Ho ascoltato le loro storie e interrogato il Fortini che avevano dentro. Questo film è il risultato di quegli incontri e la somma delle loro voci.
Oggi quello stesso titolo, a più di trent’anni di distanza e nel venticinquesimo anniversario della sua morte, dà anche il nome al mio documentario: si tratta di un lungo lavoro di ricerca, durato quasi 5 anni, che intende riportare alla luce frammenti della vita di questo importante scrittore. Non ha un intento celebrativo o commemorativo, piuttosto si pone come una riflessione sull’utilizzo della memoria e, quindi, sul lavoro intellettuale e culturale di Franco Fortini.
I tanti materiali che ci ha lasciato, raccolte di poesie e saggi, traduzioni e articoli, interventi critici e sceneggiature, invece di essere conservati come reliquie del passato, sono sempre interrogati e usati come strumenti per costruire un futuro diverso. Ipotesi critiche per una società non obbediente alle parole d’ordine del potere di turno. Anche per questo motivo ho scelto di inserire nel mio film molti materiali di repertorio, tanti frammenti o schegge, con l’idea di metterli a contatto, di farli “scontrare e reagire” in maniera dialettica, con le immagini odierne.
In un simile momento di disillusione, perdita di identità e memoria storica, in cui valori e diritti civili vengono sistematicamente calpestati, la figura di Fortini risulta simile a quella di un alieno. O di un fantasma. Eppure io ritengo debba essere recuperata, non solo in ambito accademico e in contesti intellettuali, ma nella vita di tutti i giorni e nelle nostre esistenze, come "nutrimento necessario". Un modello di pensiero critico, che costantemente verifica se stesso e si mette in discussione, senza mai rassegnarsi a una visione semplificata o unilaterale del mondo.