Poeta, saggista, traduttore, critico letterario e intellettuale marxista, è stato una figura di riferimento per intere generazioni.
Nato a Firenze il 10 settembre 1917 con il cognome di Lattes (poi cambiato in Fortini) ha vissuto in quella città gli anni giovanili, entrando in contatto sia con i protagonisti della stagione dell’Ermetismo, sia con gli intellettuali che prima della guerra hanno fatto la storia della cultura italiana, da Montale a Noventa e Vittorini. Dopo esser stato in esilio in Svizzera a seguito dell’8 settembre, ha partecipato alla Resistenza in Valdossola. Al termine della guerra si è trasferito a Milano con la moglie Ruth Leiser, dove resterà per gran parte della sua vita. Diventato redattore del «Politecnico», dal 1948 al 1953 ha lavorato alla Olivetti, continuando a collaborare come copywriter fino agli anni ’60.
Ha scritto per riviste e quotidiani, tra cui «Avanti!», «Comunità», «Officina», «Quaderni rossi», il «Manifesto», «L’Espresso», il «Corriere della sera». È stato a lungo collaboratore della casa editrice Einaudi. Ha pubblicato numerose raccolte poetiche e nel 1985 gli è stato conferito il Premio Montale-Guggenheim per la poesia. È morto a Milano il 28 novembre 1994.
Prima della sua morte, avvenuta nel novembre del 1994, Franco Fortini ha donato alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Siena il suo archivio privato, comprendente lettere, manoscritti, documenti inediti, disegni e pitture. A seguito della donazione, di cui si è fatta tramite la moglie Ruth Leiser Lattes, si è costituito il Centro Studi Franco Fortini, con la finalità di promuovere l’opera edita e inedita di Fortini e lo studio del suo lascito materiale e culturale in senso lato. Dal 2013 il Centro ha assunto la denominazione “Centro Studi Franco Fortini per lo studio della tradizione culturale del Novecento”. L’Archivio ed il Centro Studi hanno sede nella Biblioteca Umanistica dell’Università di Siena in Via Fieravecchia 19, direttore è attualmente Niccolò Scaffai, mentre l'organizzazione generale è affidata a Luca Lenzini ed Elisabetta Nencini.